Museo Civico di Storia Naturale Silvia Zenari

La sede del Museo

Il palazzo che ospita il Museo di Storia Naturale di Pordenone fu la residenza della famiglia Amalteo, che lo abitò per circa tre secoli. Gli Amalteo si distinsero nell’arte, nella letteratura e nelle scienze. Nel 1863 fu acquistato dal Comune di Pordenone.

Lo stabile di via della Motta, dalla fine del Quattrocento e per circa tre secoli, appartenne agli Amalteo, famiglia di Pordenone con eminenti personaggi di lettere, arte e scienze; noti e impegnati ben oltre i confini locali. L’iscrizione sull’architrave del palazzo “Paulus Amaltheae prima favilla domus” - purtroppo andata perduta, si riferiva a Cornelio Paolo (1460 - 1517), poeta ufficiale di corte di Massimiliano I d’Asburgo e fratello maggiore di Marcantonio (1475 - 1558) - autore dell’epitaffio da cui fu tratta l’iscrizione, anch’esso poeta e docente d’italiano in Austria e Ungheria.

Coevi di questi furono Francesco e sua sorella Natalia: madre dell’illustre pittore Pomponio Amalteo (1505 - 1588). Fra i figli di Francesco, ebbero particolare successo Girolamo (1507 - 1574) rinomato medico professore all’Università di Padova e soprattutto Giovanni Battista (1525  - 1573) letterato, filologo, teologo e diplomatico; segretario di legazione alla repubblica di Ragusa in Dalmazia e poi consigliere di Carlo Borromeo a Roma e a Milano. Nel Seicento gli Amalteo, ancora saldamente legati a Pordenone, si distinsero con i fratelli Ascanio, insegnante d’italiano del Re Sole, e Aurelio, acclamato drammaturgo: sua è l’iscrizione della lapide in onore di Giovanni Battista Amalteo nella chiesa romana di San Salvatore in Lauro.

Verso la seconda metà del Settecento gli Amalteo cedettero ai nobili Fontana il fabbricato che, dopo essere passato per eredità alla famiglia Montereale, nel 1824 fu acquistato dal facoltoso possidente e commerciante Francesco Pischiutta, i cui discendenti nel 1863 lo vendettero al Comune di Pordenone. L’interesse della municipalità per Palazzo Amalteo, in realtà, si era manifestato già da alcuni decenni, infatti, dal 1831 al 1845 il Comune prese in affitto due stanze della casa signorile da destinare ad aule scolastiche. Poi, con un nuovo contratto di locazione, ottenne fino al 1853 quattro aule: due al piano terra per la scuola femminile e due al primo piano per quella maschile.

In seguito Palazzo Amalteo fu sede di numerose istituzioni. Dal 1871 ospitò il Tribunale e nell’anno successivo, in un’aula realizzata nelle ex scuderie del cortile interno, la Società Operaia di Mutuo Soccorso e Istruzione avviò il primo corso professionale di disegno tecnico della Scuola di Arti e Mestieri. Nella prima metà del Novecento fu anche sede di un asilo, di alcuni uffici pubblici, dell’archivio storico comunale e del liceo classico. Nel 1969 il Comune destinò Palazzo Amalteo a sede del Museo Civico di Storia Naturale, inaugurato due anni dopo.

Nel corso della sua lunga storia l’edificio è stato oggetto  di accorpamenti di stanze, ristrutturazioni e ammodernamenti, principalmente in funzione delle diverse attività ospitate. Negli anni Ottanta del secolo scorso, inoltre, un sostanzioso intervento di recupero si è reso necessario dopo il grave sisma del 1976.  Fortunatamente però le facciate principali e l’ampio androne sono pressoché originali, permettendoci così di apprezzare la sobria eleganza del cinquecentesco palazzo degli Amalteo.

pubblicato il 2017/03/06 12:54:10 GMT+1 ultima modifica 2018-10-24T10:56:00+01:00
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