I bronzetti votivi
Durante gli anni ‘90 dello scorso secolo furono rinvenute casualmente alcune statuette intere di bronzo e alcune parti anatomiche di statuine, a Praturlone di Fiume Veneto. I bronzetti integri sono alti 6-7 cm, realizzati in serie a fusione, raffiguranti dei guerrieri con le gambe divaricate, il braccio destro alzato ipoteticamente per brandire una lancia e quello sinistro abbassato per tenere uno scudo, potrebbero aver avuto una funzione votiva.
Questi bronzetti sono simili ad alcuni rinvenuti ad esempio sul Monte Castelir (Villa di Villa). Sul versante occidentale del Monte Castelir si trovava un’area cultuale in uso dal IV sec. a. C. al IV sec. d. C. alla quale probabilmente facevano riferimento diverse comunità. Le offerte riferibili all’età del ferro erano costituite da statuette e lamine bronzee, appese o inchiodate agli alberi o a pali di legno, e da monete. Il ritrovamento a Praturlone fa pensare all’ipotesi della presenza di uno o più contesti votivi anche in quest’area, forse legati ai percorsi seguiti con la transumanza.
Come capiamo che sono fatti a fusione?
I bronzetti sono tutti molto simili tra loro, furono prodotti usando uno stampo bivalve (composto cioè da due metà) che permetteva la creazione di oggetti tridimensionali uguali tra loro, successivamente vennero eseguite a freddo delle piccole modificazioni, o aggiunte, per personalizzare le singole figurine.
Perché dovrebbero avere un fine votivo?
La presenza di statuette bronzee riferibili alla sfera religiosa appare inizialmente legata alle comunità etrusche settentrionali intorno al V-IV sec. a.C., si diffusero poi alle comunità venetiche e al territorio nord-orientale, fino alle regioni d’oltralpe. Il fatto che tali oggetti non presentino nessuna traccia d’usura, oltre al ritrovamento in luoghi ritenuti sacri, come i corsi d’acqua o i boschi, ci permette di ipotizzare che erano delle offerte votive, praticamente degli ex voto, realizzate appositamente per essere lasciate alla divinità, spesso salutifera.
I bronzetti figurati, maschili e femminili, potevano rappresentare gli offerenti e i devoti stessi; in alcuni casi si trovano anche riproduzioni di singole parti del corpo umano che venivano offerte alla divinità per chiederne la guarigione: per il pordenonese un esempio è il piede trovato a Pravisdomini ed esposto vicino ai bronzetti di Praturlone.
I bronzetti votivi li potrete ammirare all’entrata della sala 14 del Museo archeologico del Friuli occidentale.
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