Castello
Il castello di Pordenone appare nei documenti nel 1276 quando il Patriarca Raimondo della Torre protesta con l’Imperatore perché Filippo Ulrico di Carinzia, vescovo di Salisburgo, aveva costruito il castello.
La fortezza, che sorge su uno sperone rialzato, separato dalla città da un fossato e rivolto a oriente, fu residenza dei capitani asburgici fino al 1508, poi di Bartolomeo Liviano d’Alviano fino al 1537, infine dei capitani-provveditori veneziani fino al 1797.
Si ha notizia di vari interventi di restauro nei secoli XV, XVI e XVII.
Nel 1544 una parte di esso, la grande torre, venne adattato a carcere, funzione che permane tuttora.
Dopo un probabile declino nel XVIII secolo, nel 1811 il governo italico vendette l’edificio a un privato che, per frane abitazioni d’affitto, demolì le strutture fortificate interne e esterne; venne poi riacquistato dal governo austriaco che lo adibì a carcere, magazzino del sale, abitazioni d’affitto, uffici vari, ricovero.
Nel 1842 risulta essere di proprietà della Regia Intendenza della Finanza di Treviso.
Nel 1883-1887 fu trasformato in carcere.
Nel 1944 degli scavi ai piedi della struttura per la realizzazione di un rifugio antiaereo, permisero il rinvenimento di antiche fondazioni della struttura, poggianti su un conglomerato di roccia e sassi di torrente.
Nel 1967, durante dei lavori di sistemazione di alcuni locali interni, venne alla luce parte di un antico solaio cinquecentesco.