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Palazzo Amalteo (Museo civico di storia naturale)

Descrizione e cenni storici su Palazzo Amalteo a Pordenone, sede del Museo civico di storia naturale "Silvia Zenari"

 

L’edificio ha probabilmente un’origine cinquecentesca e ha le fattezze architettoniche di un tipico palazzo veneto. Le prime testimonianze che riguardano questo edificio risalgono al 1681 quando si ricorda il palazzo dei conti Ferro, in piazza del Moto, ora via della Motta, dirimpetto a quello degli Amalteo, famiglia che si distinse nella storia di Pordenone con personaggi di lettere, arti e scienze, conosciuti ben oltre i confini locali. Nel 1729 si narra invece di un fatto di sangue accaduto proprio vicino alla porta di "Casa Amalteo" mentre nel 1760 il palazzo, dirimpetto alla casa Ferro, risulta proprietà del nobile Antonio Fontana. Nel 1814 la casa passa per eredità ai fratelli Pietro e Gaetano Montereale e nel 1824 è acquisito dalla famiglia Pischiutta, possidenti e negozianti, come risulta da atto rogato dal notaio Alvise Peschiutta.

Nel 1863, dopo che per vari decenni, dal 1831 al 1858, i Pischiutta affittano al Comune alcuni spazi, in particolare per ricavare aule per le scuole maschili (primo piano) e femminili (piano terra), il palazzo venne rilevato dal Comune e da quel momento in poi ospitò diversi enti pubblici: nel 1871 il palazzo fu la prima sede del Tribunale cittadino, nel 1872, in un’aula nel cortile interno, si collocò la Scuola di disegno istituita dalla Società operaia, nel 1874 provvisoriamente l'ufficio comunale e nel 1877 il Giardino d'infanzia chiuso poi nel 1898. Nelle soffitte, tra gli ultimi decenni dell'800 e i primi del '900, era stata depositata una parte dell'archivio storico comunale. Tra il 1920 e il 1930 nell’edificio ebbe sede la Casa del Fascio di Pordenone e verso la fine della seconda guerra mondiale le sue soffitte alloggiarono alcune famiglie di sfollati. Negli anni successivi, Palazzo Amalteo ha ospitato numerosissime altre istituzioni scolastiche: dal Liceo classico all'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri, alla Scuola di Pratica Commerciale Andrea Galvani.

Nel dicembre del 1969 un gruppo di appassionati, che aveva dato vita alla “Società Naturalisti Silvia Zenari”, allestì in sei salette del piano terra del palazzo una mostra naturalistica che ebbe grande successo di pubblico. Il Comune di Pordenone decise allora di accogliere in maniera permanente il patrimonio della Società, trasformando nel 1970 il palazzo in Museo Civico di Storia Naturale. L'attività, interrotta bruscamente dal terremoto del 1976, riprese nel 1991 dopo un importante restauro dell’immobile, assumendo la denominazione di Museo delle Scienze e ospitando sia la sezione di storia naturale che la sezione di archeologia. Nel 2003 la sezione archeologica si spostò al Castello di Torre per dar vita nel 2006 Museo Archeologico del Friuli Occidentale. Nel 2007 il Museo delle Scienze riprende la vecchia denominazione di Museo civico di Storia Naturale intitolato alla professoressa pordenonese Silvia Zenari (1895-1956), docente all'Istituto di Botanica dell'Università di Padova.

pubblicato il 2019/07/09 14:08:00 GMT+2 ultima modifica 2019-09-04T11:43:28+02:00
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