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Il randagismo del gatto

Come affrontare il fenomeno per tutelare la salute e l'igiene pubblica.
  • Data 4 settembre 2020

Il randagismo del gatto

 

L’importanza degli animali d’affezione è assodata, riconosciuta e condivisa dalla società civile e la stessa Amministrazione pubblica vigila sulla tutela di questo mondo per preservare la salute e l’igiene pubblica.  L’altra faccia della medaglia di queste realtà tuttavia è rappresentata dal fenomeno del randagismo e dell’abbandono degli animali soprattutto in periodo estivo; se il cane in alternativa all’abbandono lo si può mettere a pensione, per il gatto il problema è diverso data la sua natura votata alla libertà di movimento. Per tale ragione il legislatore regionale ha provveduto a normare la materia sul trattamento dei gatti, anche se parzialmente, perché non ha previsto l’obbligo della chippatura né la sterilizzazione dei gatti padronali.  Ci troviamo quindi davanti ad una legislazione monca che non affronta del tutto la complessità del fenomeno del randagismo.

Secondo la legge regionale la presenza di almeno due gatti lasciati liberi formano una colonia e la responsabilità è in capo al Comune che con proprie risorse deve provvedere a istituire colonie, a sterilizzare i gatti, mantenerli e curarli così da controllarne la popolazione e contemporaneamente garantire l’igiene pubblica.  Referenti  volontari  collaborano con l’Ente nella gestione di questi insediamenti animali ma non per questo il Comune è esente dall’ intervenire concretamente per garantirne  benessere e cura.  Il problema nasce quando l’abbandono dei gattini e dei gatti adulti  da parte dei privati  determina un incremento incontrollato della popolazione felina.  La gestione delle colonie è normata dalle procedure e dalle modalità previste dalla legge regionale  nr.20/2012 mentre  per l’affidamento di servizi a terzi  dal Dlgs 50/2016 . Il Comune  è chiamato ad intervenire assumendosi tutti gli oneri conseguenti, quindi costi che ricadono sull’intera collettività. Per contrastare il randagismo in città è necessario che ciascun detentore di animali assuma le relative responsabilità, provvedendo alla chippatura e alla sterilizzazione degli animali ed in nessun caso metta in atto comportamenti abbandonici.

    Il Comune  per parte sua ha invitato l’ASFO  a sostenere con maggior determinazione la cattura e la sterilizzazione dei gatti così da  sollevare i  referenti volontari delle colonie da queste incombenze. 

 “La questione è particolarmente sentita;  – commenta l’assessora alla tutela degli animali Stefania Boltin -  per affrontare la materia  sono state incrementate  le risorse economiche per la  spesa corrente dedicata agli animali, dai 103.462  euro in passato agli attuali 149.687 euro a cui vanno aggiunti il costo del personale che si dedica agli aspetti amministrativi e le spese di investimento, come quelle impiegate per la costruzione del gattile con relativi ambulatori.    Iniziative individuali e volontarie  sono apprezzate dalla collettività,- prosegue l’assessora -  tuttavia  si  risente della limitata presenza di associazioni strutturate che possano concordare  con la pubblica amministrazione  progetti e programmi di ampia portata che impattino sulla cultura, sugli stili di vita e sul benessere dei cittadini e degli animali presenti nel territorio cittadino e offrano interventi concreti e sussidiari a quanto già viene garantito dalla P.A.. L’auspicio è che il futuro ci offra novità in tal senso specie tra i giovani; l’Amministrazione continuerà  nel frattempo ad offrire i propri servizi e occasioni di formazione ed informazione sul tema come sempre fatto, mantenendo elevata l’attenzione per la cura dei nostri animali in città”.

ultima modifica 2020-09-04T13:31:33+02:00
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