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Opera e potere in Russia nel II Ottocento

Tre incontri in Biblioteca
  • Data 26 febbraio 2019

Biblioteca Opera e potere nella Russia del secondo Ottocento

 

            L’attività e le proposte culturali della Biblioteca civica  continuano  ad arricchirsi di  argomenti  di stringente attualità,  ma anche di   accadimenti storici con  loro riflessi   nella società odierna e non solo sotto l’aspetto culturale.   Nei prossimi  giovedì,  sarà   proposto il  ciclo di incontri dal titolo  “Opera e potere nella Russia del secondo Ottocento” promosso in collaborazione con l’Associazione Italia-Russie e curato dalla relatrice Anna Giust.

            Con tre incontri la rassegna va ad analizzare i modi in cui la letteratura scritta e l’opera in musica, sono diventate un importante veicolo di espressione artistica che contribuì al dibattito politico sulla missione dell’Impero russo in ambito europeo.

            Nel contesto culturale russo, l’opera ha avuto sin dagli esordi una connotazione pedagogica da parte del sovrano nei confronti del proprio auditorio, e quindi fortemente politicizzata.  Per citare solo il più eclatante degli esempi, nel Settecento Caterina II fece dell’opera in musica un vero e proprio instrumentum regi, sostenendo l’opera nazionale al punto da farsi essa stessa autrice d’eccezione di diversi libretti d’opera, nei quali affrontò temi coerenti con la propria linea di governo.

            Nel corso dell’Ottocento questa prassi si sviluppò ampiamente e crebbe nel pubblico l’interesse per il dramma storico e per l’opera di argomento storico come strumento di comprensione e interpretazione del presente sulla base del passato. L’affermarsi della funzione attiva del teatro di soggetto storico stimolò un’ampia ricerca letteraria e, nel contempo, l’abitudine dei maggiori compositori ad attingere a questa letteratura per offrire una propria versione, intervenendo così – seppur indirettamente – nel coevo dibattito politico.

            Questa riflessione raggiunse il culmine tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, caratterizzati da forti scontri su questioni politiche, prima fra tutte la questione contadina: solo nel 1861 veniva abolita la servitù della gleba, un’istituzione sulla quale si era basato per secoli il potere dell’autocrazia. Le istanze dei movimenti politici progressisti e il dibattito che ne seguì, trovarono spazio anche in ambito estetico e letterario: il teatro e l’opera utilizzarono i temi di soggetto storico, quali metafore delle questioni contemporanee, mascherate per passare il vaglio della censura.

            Queste dinamiche saranno rese evidenti attraverso l’analisi di tre opere di compositori-operisti russi tra i più rappresentativi: Opričnik (1870-1872) di Petr I. Čajkovskij (1840-1893) Giovedì 28 febbraio 2019, ,La fanciulla di Pskov (1873) di Nikolaj A. Rimskij-Korsakov (1844-1908) Giovedì 14 marzo 2019 e Boris Godunov (1869-1874) di Modest P. Musorgskij (1839-1881). Giovedì 21 marzo 2019

            Di questi tre capolavori verranno proposti, con ausilio di materiali audio-video, degli ascolti guidati, durante i quali verranno evidenziati i caratteri peculiari di ciascun autore e i temi caratterizzanti il discorso politico nazionale dell’epoca, con possibili letture degli stessi temi in termini legati alla contemporaneità.

ultima modifica 2019-02-27T13:32:16+02:00
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