Sui giornali del 14 ottobre

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Messaggero Veneto, ed. Pordenone, pag. 17

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Messaggero Veneto, ed. Pordenone, pag. 14

Per documentazione e chiarezza, alleghiamo il testo originale della risposta inviata al Messaggero Veneto dall'assessore Martina Toffolo.

Il “sentito dire” sulla base del quale l’architetto ed ex assessore regionale Adriano Bomben e i consiglieri comunali Mara Piccin ed Emanuele Loperfido rispondono sull’edizione di oggi del Messaggero Veneto alle mie dichiarazioni pubblicate sullo stesso giornale il 12 ottobre mi dà l’occasione di fare un po’ di chiarezza.

Viene detto che non sono state date indicazioni vincolanti ai professionisti e che non si conoscono le idee di fondo dell'amministrazione, a cominciare dal dato relativo alla popolazione potenziale. Perfetto: il dato relativo alla popolazione potenziale non è sostanziale. Non è sostanziale perché rispetto a una società che ha un’evoluzione così dinamica non è più la quantità l’aspetto strutturale. È sostanziale invece che una risorsa rara come il suolo libero venga valorizzata, oltre che tutelata, nella proposta di Piano Regolatore. Leggendo il bando, la domanda implicita che viene posta al progettista è: quanta vita urbana Pordenone può sostenere senza compromettere il proprio ecosistema e la capacità di offrire servizi ambientali (cibo, materie prime, riproduzione della fertilità del terreno, produzione di paesaggio, salute, relazioni sociali)? La risposta obbligatoria a questa domanda rappresenta non un vincolo, bensì la guida per i professionisti che si aggiudicheranno l’incarico della redazione tecnica del Piano.

Sulla possibilità, riconosciuta dalla giurisprudenza recente e colta anche dal Comune di Udine, di revocare diritti acquisiti di edificazione ai legittimi proprietari, ritengo che il discrimine sia avere valide e approfondite argomentazioni. La fase di analisi, che a Pordenone è in corso, serve proprio a questo: a mettere basi solide per sostenere scelte forti con strumenti adeguati. Sono necessari elementi scientifici e analitici, non basta il sentito dire o il sentimento di pancia, che è opinabile e soggettivo. Udine ha fatto ricorso a questo strumento al termine del suo percorso, dopo aver sostanziato adeguatamente le sue scelte.

Riguardo agli 1,9 milioni di metri cubi edificabili e alla «cementificazione selvaggia». Sono l’assessore all’urbanistica: il mio compito è fare scelte di pianificazione che determinano la qualità del territorio nel lungo periodo. Alla pianificazione compete l’assegnazione di indici edificatori (quindi “cubi”): scelte pregresse di carattere urbanistico hanno maturato nel tempo la loro espressione nel territorio. Di queste scelte è responsabile chi ha deciso allora, non chi amministra oggi. Non sto dicendo che a Pordenone negli ultimi anni non si sia costruito, ma che da quando sono assessore è stata invertita una tendenza: con la variante 77 del 2011, l’amministrazione ha infatti cominciato a ridurre cubature (-1.110.222 m3).

O non è stato deciso niente o tutto è già stabilito: rispetto alle contraddittorie argomentazioni del collega e dei consiglieri comunali sull’articolo in questione, posso aiutare io a fare un po’ di chiarezza. Abbiamo fatto scelte di metodo: incarichi distinti per un percorso non autoreferenziale e più efficiente nell’utilizzo delle risorse economiche; integrazione delle analisi tecniche con la lettura che il territorio (e quindi il cittadino) dà di sé e delle proprie aspirazioni; pari dignità al contributo sia di professionisti sia di coloro che, abitando e vivendo un territorio, sono esperti di quotidianità. Abbiamo fatto scelte di contenuto: il suolo è una risorsa rara, offre servizi ambientali indispensabili per il benessere di una comunità, pertanto è il primo indicatore a essere considerato per la futura pianificazione. È un percorso: siamo nella fase di analisi, seguirà quella di progetto, infine quella di valutazione. L’espressione decisionale dell’amministratore giungerà al termine dell’iter. In quest’espressione, il contributo dei cittadini è un tassello fondante. Dedicare tempo ed energie a un percorso come questo richiede motivazione e impegno: se Mara Piccin ritiene che un amministratore possa prendere in giro i cittadini, lo avrebbe fatto scegliendo un percorso più semplice. Non credo peraltro che i cittadini di Pordenone si lascino prendere in giro, almeno non oggi.

Martina Toffolo
Assessore all’urbanistica
Comune di Pordenone

pubblicato il 2012/10/14 18:40:12 GMT+2 ultima modifica 2020-01-08T13:00:25+02:00
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