Sui giornali del 20 gennaio
Messaggero Veneto, ed. Pordenone, pagg. 16-17
Annotazioni:
Bentornati indietro di sei mesi. Periodicamente il consigliere comunale Francesco Giannelli ripete la sua provocazione sul Piano regolatore, a cui l'amministrazione comunale ha già più volte risposto. Non è chiaro perché si desideri reiterare in continuazione gli stessi concetti come nuovi, peraltro senza considerare mai come acquisito il punto di vista dell'amministrazione. Così come non è chiaro perché il consigliere Giannelli non prenda atto della realtà: sull'iter del nuovo Piano regolatore il consigliere e l'amministrazione hanno idee diverse. Al consigliere l'idea dell'amministrazione non piace: l'abbiamo capito.
- Sul coinvolgimento di un architetto di fama mondiale: a parte il fatto che stanno concorrendo all'assegnazione del bando per il Piano regolatore studi di pianificazione di fama non soltanto nazionale, c'è da dire che l'urbanistica si è messa molto in discussione negli ultimi decenni e riconosce sempre meno a una singola figura il ruolo di risolutore. Quella che abbiamo intrapreso a Pordenone è una pratica moderna e collaborativa, ormai consolidata in molti paesi d'Europa e in alcune zone d'Italia. Il grande architetto che accentra l'iter nelle sue mani sarebbe costato una cifra non più proponibile in epoca di netta contrazione della spesa pubblica (almeno il doppio di quanto costerà il nuovo Piano pordenonese), non avrebbe dedicato alla nostra città che una minima parte della sua attenzione professionale e ci avrebbe imposto dall'esterno una sua visione di città. Non era quello che volevamo, non è quello che i cittadini ci hanno chiesto.
- Sul coinvolgimento dei cittadini: volevamo che, accanto ai tavoli di confronto istituzionali e consolidati, una parte significativa del processo di analisi delle esigenze e delle opportunità del nostro territorio emergesse dal confronto con i maggiori esperti in circolazione, ovvero coloro che ci vivono. Questa scelta non piace ad alcuni consiglieri? Ne prendiamo atto. Però è certo curioso l'accanimento con cui diversi esponenti dell'opposizione contestano la possibilità che i cittadini si esprimano sul futuro della loro città e siano coinvolti nelle decisioni fondamentali, in modo trasparente.
- Sulle idee politiche di fondo: accidenti se ci sono. Magari non piacciono al consigliere Giannelli, ma non le si possono umiliare, continuando a ignorarle o a negarle. Il tipo di iter scelto, snello, rapido ed economico, pur garantendo completezza e approfondimento, è un'idea politica. L'anteporre la fase di analisi alle direttive, contrariamente a quanto si è fatto finora, è un'idea politica. Coinvolgere attivamente i cittadini e le loro aspirazioni nella fase di analisi, quando ancora tutte le opzioni erano aperte, è un'idea politica. Subordinare la crescita della città non più a un numero atteso di abitanti, ma alla capacità del suolo di sostenerne il benessere e la prosperità, arrivando a mettere in discussione il pregresso se necessario, è un'idea politica. Probabilmente tutte queste non coincidono con le idee politiche e professionali del consigliere Giannelli, ma sono idee politiche. E sono finora molto apprezzate da parte di quanti stanno osservando il percorso pordenonese, in giro per l'Italia.
Quello in corso è un iter. C'è stato un tempo per l'analisi (che si sta concludendo in queste settimane), c'è un tempo per l'elaborazione delle direttive (è la fase che sta cominciando ora), ci sarà un tempo per i progetti (gran parte del 2013). Quello che Giannelli voleva era un'idea di città subito, a prescindere: l'avrà tra alcune settimane, quando saranno pubblicate le direttive, e non sarà né l'idea del solo sindaco Pedrotti né quella dell'architetto Giannelli, ma sarà l'idea dell'amministrazione e di una comunità che ha messo in gioco le proprie esigenze e le proprie idee.